martedì 12 agosto 2014



Spunta un'offerta indiana per la Lucchini

Secondo alcune indiscrezioni di stampa, il gruppo siderurgico potrebbe finire nelle mani del tycoon indiano Sajjan Jindal per una cifra simbolica. A suo carico però rimarrebbe il rilancio della società che diventerebbe la testa di ponte europea per la produzione di acciaio indiana


MILANO - Avranno parlato certamente dei due marò, ma al centro del colloquio telefonico tra il premier italiano Matteo Renzi e il primo ministro indiano, Narendra Modi, potrebbe esserci stato anche il passaggio della Lucchini, la società di siderurgia operativa tra gli altri siti anche a Piombino, al gruppo indiano della Jsw.

A rilevare la società, passata dai russi della Severstal al tribunale fallimentare dopo il crac del 2012, secondo indiscrezioni di stampa, potrebbe essere il miliardario indiano Sajjan Jindal il quale sarebbe pronto a caricarsi dell'onere del rilancio comprando il marchio per una somma simbolica. L'operazione sarebbe funzionale alla lavorazione dell'acciaio esportato dall'India per il mercato europeo. L'evetuale offerta confermerebbe il rinnovato interesse da parte dei grandi gruppi presenti nei Paesi emergenti per il disastrato settore dell'acciaio europeo, alle prese con un difficile momento di transizione. L'offerta del gruppo indiano non è l'unica sul tavolo del governo che ha già ricevuto l'interesse da parte della inglese ArcelorMIttal per l'Ilva di Taranto, mentre il Ministero dello Sviluppo Economico ha autorizzato sempre il commissario delle imprese del gruppo Lucchini a stipulare con il gruppo Arvedi il preliminare di vendita relativo al complesso aziendale Lucchini di Trieste, un'operazione di interventi di risanamento ambientale e di investimenti per complessivi 172 milioni di euro tra il 2014 e il 2016.

Quanto a Sajjan Jindal,  è diventato uno dei principali imprenditori indiani dopo aver ereditato parte dell'Op Jindal group, un gigante da 18 miliardi di dollari di fatturato, dal padre Om Prakash Jindal. Non è detto poi che l'operazione possa facilitare i rapporti tra i due governi nella difficile trattativa per riportare a casa i due marò.

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